di Adriano Gaspani
Il movimento della Luna sulla sfera celeste è molto complicato. Il nostro satellite naturale presenta molte periodicità tra le quali annoveriamo il mese sinodico e il mese siderale che sono quelli di maggiore importanza, ma non esistono solo questi due. Vediamo di fare un po’ di chiarezza.
Il mese sinodico è definito come l’intervallo richiesto alla Luna per passare da una determinata fase alla successiva dello stesso tipo, per esempio da un plenilunio al successivo.
La lunghezza del mese sinodico lunare vale 29,5306 giorni solari medi. Il mese siderale lunare invece è l’intervallo che intercorre tra due passaggi consecutivi della Luna presso la medesima configurazione di stelle. La lunghezza del mese siderale vale 27,322 giorni solari medi, quindi risulta essere più corto di circa 2 giorni rispetto a quello sinodico.
Se questi sono quelli più importanti, ragionando dal punto di vista strettamente astronomico è necessario prendere in esame anche altre due periodicità: la rivoluzione Draconitica e la rivoluzione Anomalistica. Il fenomeno della retrogradazione dei nodi lunari, la cui periodicità è 18,61 anni solari tropici, venne probabilmente scoperto nell’antichità solamente in maniera indiretta sulla base dell’osservazione della cadenza delle eclissi, oppure in seguito ad un lungo e continuo lavoro di osservazione dello spostamento dei punti di sorgere e di tramontare dell’astro all’orizzonte naturale locale.

Il nodo ascendente dell’orbita lunare, per effetto del suo moto retrogrado si muove in modo da andare incontro alla Luna, quindi l’intervallo tra due passaggi consecutivi allo stesso nodo è più corto se paragonato al periodo di rivoluzione siderale. Questo periodo e detto Periodo Draconitico e vale attualmente 27 giorni, 5 ore, 5 minuti e 35,8 secondi di tempo medio.

Il periodo di rivoluzione Anomalistica è l’intervallo tra due passaggi della Luna al perigeo, cioè l’intervallo di tempo richiesto per tornare due volte consecutive nello stesso punto della sua orbita. La durata della rivoluzione Anomalistica è 27 giorni, 13 ore, 18 minuti e 33,1 secondi di tempo medio. Infine abbiamo la rivoluzione Tropica che rappresenta l’intervallo di tempo tra due congiunzioni eclittiche successive tra la Luna e il punto Gamma o punto equinoziale primaverile, cioè il punto occupato annualmente dal Sole nell’istante in cui avviene l’equinozio di primavera.
La rivoluzione tropica è più corta della rivoluzione siderea di circa 7 secondi perché la direzione del punto equinoziale primaverile non è fissa nello spazio, ma per effetto del fenomeno della Precessione si sposta in senso retrogrado lungo l’Eclittica andando incontro alla Luna. Riassumendo, esistono quindi cinque tipi di rivoluzioni lunari: 1) la rivoluzione Sinodica (detta anche lunazione), 2) la rivoluzione Tropica, 3) la rivoluzione Siderale, 4) la rivoluzione Draconitica, 5) la rivoluzione Anomalistica; appare quindi evidente che il moto apparente del nostro satellite naturale è così complesso che un gran numero di famosi matematici tra i quali Newton, Gauss, Eulero, Laplace, Delaunay e molti altri dedicarono gran parte della loro vita a sviluppare metodi di calcolo che fossero in grado di prevedere con la massima accuratezza possibile la posizione apparente della Luna nel cielo. Bene dopo questo breve escursus astronomico, torniamo ora alla “superluna”.
I due periodi importanti da questo punto di vista sono il periodo sinodico (ciclo delle fasi lunari) e quello anomalistico (ciclo di passaggio al perigeo, cioè al punto più vicino alla Terra, quindi di fatto è il periodo orbitale). Siccome i due periodi sono differenti di poco meno di 2 giorni avviene che il plenilunio può avvenire con la Luna posta in differenti posizioni lungo la sua orbita. In più l’orbita del nostro satellite naturale è leggermente, ma consistentemente, ellittica (e=0.0549) con un semiasse maggiore pari a 384400 Km, ma una distanza minima (al perigeo) pari a 363300 Km e una distanza massima all’apogeo pari a 405500 Km.
Osservata dalla Terra, la Luna quindi apparirà un poco più grande quando essa passa al perigeo (perché è più vicina) e un poco più piccola quando essa si trova all’apogeo (perché è più lontana). Questi passaggi si verificano ogni 27 giorni e mezzo circa; ma le fasi lunari si ripetono ogni 29 giorni e mezzo, quindi periodicamente il plenilunio può capitare quando contemporaneamente la Luna si trova anche al perigeo, quindi le sue dimensioni angolari apparenti, osservata da Terra, sono leggermente maggiori. Questo fenomeno va comunemente sotto il nome di “superluna” proprio perché l’astro appare un poco più grande alla vista, essendo più vicino alla Terra. Ovviamente quando il plenilunio avviene con la Luna all’apogeo, essa apparirà invece più piccola, perché è più distante dal nostro pianeta.
Prof. Adriano Gaspani I.N.A.F. – Istituto Nazionale di Astrofisica

Splendido articolo , veramente interessante
Molto interessante… Complimenti.!
Grazie Adriano, articolo illuminante.