Leggete la mia memoria per i cari lettori.
Nel 1820 nacque Vittorio Emanuele Re d’Italia.
Prima il 60 era il regno dei fiori, ora è il regno della miseria.
Gabriele Di Battista 1888
di Alessio Consorte
Un messaggio scolpito nella pietra sulla Maiella battuta dai venti e dalle secolari cantilene dei pastori, quando i fuorilegge accusati di brigantaggio difendevano il vecchio Regno delle due Sicilie e i suoi infelici abitanti.
E’ tutt’oggi poco chiaro da dove arrivi il termine brigante.
Una teoria vuole che la parola sia arrivata in Italia, dopo le conquiste romane nel Regno Unito. Infatti uno dei popoli che Roma dovette affrontare per conquistare l’isola della Britannia erano proprio i Briganti che riuniti in tribù diedero del filo da torcere ai romani.
Seguendo il filone celtico Brigantes è collegabile a Brig che significa alto, colle elevato, quindi “montanaro”, riferito ad abitanti di centri fortificati.
Più comunemente nel medioevo questa parola viene associata al bandito e deriva dal termine “brigare” che sta ad indicare “fare compagnia” o “consorteria”. Nel Mezzogiorno d’Italia il termine brigante venne utilizzato dai francesi per indicare quei gruppi di cittadini rivoltosi che si equipaggiarono in modo autonomo per combattere l’occupazione francese del 1799.
Ma la storia non è certo nuova. Siamo alla fine del 1500: l’Italia è teatro di battaglie sanguinose per il suo controllo tra Spagnoli, Austriaci, Francesi e Ottomani. Al termine dei conflitti nella Penisola si ha la quasi totale presa di potere da parte degli Spagnoli. Molti uomini reduci dalle guerre si ritrovano senza casa e lavoro e la coltivazione dei campi non è più un loro mestiere. Il popolo è sotto il giogo dei ricchi proprietari terrieri che sfruttano i braccianti e rendono miserevole la loro vita. Tutto il Sud Italia vedrà l’emergere di questo fenomeno fra rabbia politica e disperazione sociale.
Anche in Abruzzo emerge una figura leggendaria: Marco Sciarra da Rocca Santa Maria oggi in provincia di Teramo, considerato il Robin Hood d’Abruzzo e soprannominato Flagellum Dei che secondo la leggenda graziò il poeta e letterato Torquato Tasso che ammirava, non derubandolo e facendolo prigioniero mentre passava per la via Appia.
“Marcus Sciarra, flagellum Dei, et commissarius missus a Deo contra usurarios et detinentes pecunias otiosas”
“Marco Sciarra, flagello di Dio, e inviato da Dio contro gli usurai e quelli che vivono di rendita”
Sciarra rubava ai ricchi per donare ai poveri, esattamente come il mitico Robin Hood duecento anni prima in Inghilterra. Due briganti che per volere del destino ancora una volta condividono questa definizione se vogliamo un po’ inglese e un po’ meridionale.
E nella pietra è incisa un’incredibile memoria (a 2.189 m) di quel mondo di oppressi e ribelli, di storie clandestine e intrighi di potere. L’epigrafe siglata nel 1883 da Gabriele Di Battista acquista un valore eterno in quanto potrebbe diventare il sigillo per eccellenza della storia dei briganti.
Eppure, se pur riscoperta e diventata un’attrazione turistica in questi ultimi vent’anni, la scritta deve affrontare le forti intemperie della montagna della Maiella. Essendo incustodita è presa d’assalto da visitatori e curiosi che l’estate vogliono vederla. Non è ben distinguibile e nemmeno adeguatamente segnalata: prima che qualcuno la individui, la si calpesta involontariamente distratti dal sottile profumo delle erbe aromatiche . E così che l’immagine inizia ad apparire con quella levigatura che nel giro di pochi anni potrebbe mostrare danni irreparabili.

Tavola dei Briganti coordinate 42 08 02 N – 14 06 42 E
Foto Alessio Consorte
Perché si trova lì?
L’area si chiama “La Tavola dei Briganti” ed posta sul Monte Cavallo. Salendo appena dopo la Maielletta ci si arriva passando a piedi per il Blockhaus, termine germanico che significa casa di Roccia: era un fortino militare costruito in pietra sulla Maiella nel 1863 per combattere i briganti che vi si erano rifugiati. E’ scritto in tedesco in riferimento a un comandante di origine austriaca di stanza con i bersaglieri in Abruzzo, il corpo militare più spietato nei confronti della popolazione meridionale.
Foto Alessio Consorte




La cosiddetta Banda della Maiella svolgeva un’attività sovversiva contro l’Unità d’Italia e l’arroganza dei Piemontesi, vissuta come un complotto europeo capeggiato dai Savoia e da alcune logge massoniche internazionali per distruggere il ricco e avanzato Regno delle due Sicilie. Uno stato che garantiva diversi diritti ai suoi cittadini per l’epoca, ma ostacolava l’egemonia commerciale inglese nel Mediterraneo. Re Francesco II di Borbone detto “Franceschiello”, troppo giovane e inesperto, venne defraudato della corona, tradito e sconfitto militarmente finendo i suoi giorni in esilio.
Nell’area della Maielletta si consumò un’accanita caccia ai briganti. Sulla testa dei più temuti ricercati pendevano taglie elevatissime: Croce Di Tola, detto “Crocitto”, Vincenzo Colafella di S. Eufemia, Pasquale Mancini, ovvero il “Mercante” di Pacentro, Domenico Valerio, detto “Cannone” di Atessa, Luca Pastore di Caramanico, Salvatore Scenna di Orsogna, Domenico Di Sciascio di Guardiagrele, Nicola Marino di Roccamorice, Fabiano Marcucci, il “Primiano” di Campo di Giove.
Temibili e imprendibili come i lupi nelle leggende popolari: storie di miseria e tradimenti, di onore militare perduto e di esecuzioni senza processo, in nome del nuovo Regno d’Italia. Mazzini e molti altri patrioti avevano sognato una Repubblica: ci vorranno un altro grande tradimento e il massacro di tanti civili per liberarsi della monarchia, ma questa è un’altra storia.

Come dimenticare Nunziato Mecola di Arielli che liberava i paesi dall’invasore Piemontese a cavallo della sua mula Bianca.
Eroi che hanno dato vita ad un’eroica follia senza piegare la testa difronte all’invasore.
e’ prioritario trasformare questo posto in un museo all’aperto. bisogna segnalare e proteggere le incisioni dalle intemperie. Queste sono documenti storici molto piu’ affidabili e realistici delle cronache del tempo scritte dagli invasori
bellissimo articolo, merita diffusione!!! w i briganti!