Bologna 30 funziona: nessun pedone ucciso in un anno (ildemocratico.com / pexels)
Nessun pedone morto in un anno: Bologna 30 è una misura che funziona
È passato un anno dall’introduzione della misura “Città 30”, che ha visto Bologna al centro di questo tentativo, inizialmente estremamente criticato dal Ministro per i Trasporti e per le Infrastrutture Matteo Salvini. L’iniziativa, di fatto inaugurata sabato 1° luglio 2023, vuole che in tutte le strade del centro urbano si debba rispettare il limite dei 30 km/h, prima a 50 km/h.
Si tratta di strade trafficate non solo per via dell’alto numero di automobili e motorini che le attraversano quotidianamente ma anche per la quantità di pedoni e ciclisti che le percorrono per i propri spostamenti quotidiani e che, secondo il punto di vista di chi ha introdotto questa misura, avrebbero beneficiato dei limiti di velocità ridotti.
Di fatto, le speranze si sono poi realizzate nella realtà dei fatti: per la prima volta dopo 34 anni, nel centro di Bologna e nell’area interessata dal limite di velocità ridotto non c’è stato alcun caso di pedone morto a causa di un incidente stradale.
A parlare di questo incredibile risultato è stato anche Matteo Lepore, sindaco di Bologna, che ha fatto notare che rispetto al passato c’è stata una vera e propria inversione di tendenza in relazione al numero di vittime per via degli incidenti stradali. La gravità degli incidenti, infatti, è minore rispetto a quelli segnalati negli anni precedenti e l’assenza di pedoni morti è la riprova del fatto che lo sforzo compiuto da tutti nel mantenere una velocità coerente con i nuovi limiti vale la pena. A Bologna, il numero di strade a 30 km/h rappresenta circa il 30% della rete viaria urbana totale.
Secondo le statistiche, gli incidenti sono diminuiti di oltre il 13% e i feriti di poco più dell’11%, ma a stupire è la percentuale dei feriti gravi che è calata di oltre il 30%. In generale, è dimezzato il numero di morti sulle strade per quanto riguarda quelle con limite a 30 km/h e il numero di pedoni morti è pari a 0, dall’introduzione della misura ad oggi.
All’epoca dell’introduzione di questa misura, Matteo Salvini in veste di Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture non era assolutamente d’accordo e, infatti, aveva firmato una direttiva che fissava deroghe e limiti a cui si sarebbero dovuti uniformare i comuni. A distanza di un anno, però, la realtà dei fatti ha smentito la sua paura che questi limiti di velocità ribassati avrebbero “costretto tutti a stare in coda e a perdere più tempo“: al momento, però, non ha rilasciato alcun commento.
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