Arrestato l'autista dello scuolabus: cosa faceva alle bambine (ildemocratico.com / pexels)
Arrestato l’autista dello scuolabus: gli abusi, le minacce e infine la manipolazione psicologica
Nelle ultime ore, un autista di scuolabus residente a Torino, di 49 anni, è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale su minore. A sporgere denuncia contro di lui sarebbe stata una coppia di genitori che avrebbe riportato tutta una serie di abusi subiti dalla figlia di 9 anni e perpetrati per ben tre anni, dal 2021 e fino al 2024.
Durante le indagini, è emerso che l’autista si sarebbe approfittato non solo della figlia della prima coppia che ha sporto denuncia contro di lui ma anche di altre due bambine, sempre minorenni e sempre frequentatrici dello scuolabus che guidava quotidianamente per lavoro.
L’accusa non parla solo di abusi ma anche di regali e attenzioni speciali nei confronti delle tre vittime, tutte modalità con cui l’autista cercava di comprare il loro silenzio: il 49enne era addirittura riuscito ad insidiarsi nella famiglia delle tre scolare. Ecco la ricostruzione dei fatti.
Secondo le accuse che ora pendono su di lui, l’autista 49enne avrebbe “scelto” la sua prima vittima forte dell’amicizia più che ventennale che coltivava con i genitori della minorenne. Grazie a questo rapporto di vicinanza, si sarebbe proposto loro come babysitter della piccola di soli 9 anni e, in cambio di 200 euro al mese, sarebbe andato a prenderla a scuola per poi trascorrere con lei il pomeriggio in attesa del ritorno di mamma e papà. Proprio durante queste ore trascorse insieme, però, il 49enne avrebbe avvicinato la bambina al sesso anche con la visione di film pornografici, per poi violentarla fisicamente anche più di una volta.
Secondo l’accusa, il 49enne avrebbe quindi cercato di comprare il silenzio della bambina plagiandola psicologicamente e offrendole regali e dichiarazioni d’amore. Terminata l’esigenza di un baby sitter, il 49enne per perpetrare i suoi abusi avrebbe trovato altri espedienti, tra cui l’affitto di una casa al mare vicina a quella della famiglia della bambina.
A destare il sospetto nella coppia di genitori della minorenne sarebbero state alcune chat trovate sul suo smartphone che, unite alle smisurate attenzioni che il 49enne riservava nei confronti della figlia, avrebbero fatto scattare il campanello d’allarme. A novembre 2024, poi, la piccola trova la forza di confessare tutto dopo tre anni di violenze e minacce: parte quindi un’indagine, dalla quale emerge che oltre alla minorenne in questione anche altre due ragazzine sarebbero state coinvolte. Ora la vicenda è interamente in mano ai magistrati.
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