Le accuse della velista contro l’ex allenatore: ha abusato di lei quando era piccola
Uno dei più recenti scandali nel mondo dello sport è quello degli abusi nel mondo della ginnastica artistica negli Stati Uniti perpetrati soprattutto dall’ex medico della nazionale Usa Larry Nassar che, secondo l’accusa, avrebbe soggiogato e abusato di centinaia di giovani atlete nel corso della sua lunga carriera.
Condannato nel novembre del 2017 a 60 anni di carcere per pedopornografia, nel 2018 è stato poi condannato definitivamente a una pena minima di 40 anni e massima di 175. Centinaia le atlete coinvolte, abusate quando erano solo bambine: per far conoscere al mondo questa atroce vicenda è stato anche prodotto un documentario, intitolato “Athlete A”.
È stato proprio questo documentario a risvegliare nella velista argentina 27enne il ricordo degli abusi subiti dal suo ex allenatore quando aveva solo 12 anni: ecco il suo racconto e la sua denuncia.
Proprio mentre guardava il documentario “Athlete A” sul caso di abusi nella ginnastica USA, la velista argentina Eugenia Bosco ha di fatto rivissuto le sensazioni e le emozioni provate a 12 anni e, riconoscendo di essere anche lei una vittima, ha trovato il coraggio di ammettere prima a sé stessa e poi alle autorità di aver subito la stessa cosa. “Non potevo credere a quello che ho visto e ho pianto, la mia memoria si è sbloccata e ho pensato: ‘Mi è successo proprio questo” ha raccontato, svelando di essere riuscita a riportare alla mente tutto ciò che ha subito.
Eugenia Bosco, infatti, ha raccontato di aver sempre saputo che dentro di lei ci fosse qualcosa che non andava senza però riuscire mai a capire quale fosse il nodo. Ora che ha denunciato, invece, si sente in pace con sé stessa e sente che i conti col passato sono conclusi: ecco la sua accusa.
Nel corso della sua denuncia alle autorità, Eugenia Bosco ha raccontato che gli abusi hanno avuto inizio con l’avvio delle trasferte per le qualifiche ai campionati. I viaggi si svolgevano in gruppo: tutti gli atleti, di età diverse ma comunque minorenni, erano sotto il controllo e la guida della medesima persona, cioè l’allenatore.
Ed è proprio durante quei viaggi e, soprattutto, durante i soggiorni lontani da casa che l’allenatore si sarebbe approfittato di lei, godendo anche della totale fiducia che i genitori dell’atleta, così come di ogni altro ragazzo, riponevano in lui. Oggi, però, deve rispondere di accuse pesanti.
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