Pandoro-gate, Chiara Ferragni rinviata a giudizio per truffa aggravata: come ha reagito l’imprenditrice
La reazione di Chiara Ferragni alla citazione in giudizio per truffa è immediata: cos’ha detto
La vicenda del “Pandoro-gate” è universalmente nota e si può dire che abbia dato inizio al declino della fase d’oro di Chiara Ferragni, imprenditrice digitale da milioni di follower in tutto il mondo. A distanza di più di due anni dalle vendite del Pandoro Balocco “Pink Christmas” e delle uova di Pasqua con Dolci Preziosi, per lei è arrivata una citazione in giudizio.
L’accusa è quella di truffa in relazione alla presunta pubblicità ingannevole per le vendite, con finalità benefiche non del tutto trasparenti, dei pandori e delle uova di Pasqua tra il 2021 e il 2022: i consumatori (e l’accusa) avevano infatti inteso che, con l’acquisto del pandoro, si sarebbe sostenuta la ricerca sull’osteosarcoma e sarcoma di Ewing dell’ospedale Regina Margherita di Torino, come indicato sul cartellino del dolce Balocco.
In realtà, la somma era già stata stanziata e le vendite del pandoro non avevano alcuna influenza sulla quantità di denaro che sarebbe pervenuta all’ospedale, decisa a priori. Storia simile, quella dell’uovo di Pasqua. Di fronte alla citazione in giudizio, quindi, Chiara Ferragni non si nasconde e dice tutto ciò che pensa: ecco la sua reazione.
Chiara Ferragni non ci sta: la risposta alla citazione in giudizio
A commentare la citazione diretta in giudizio di Chiara Ferragni sono stati in primo luogo i suoi difensori, Marcello Bana e Giuseppe Iannaccone. “Restiamo fermamente convinti che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che ogni profilo controverso sia già stato affrontato e risolto avanti l’AGCM” hanno commentato. I legali hanno poi aggiunto che l’interlocuzione con i PM non ha dato i frutti sperati e che la Procura ha quindi deciso di demandare al Giudice di dibattimento ogni decisione, “…nonostante sia evidente l’assenza di condotte costituenti reato e la mancanza delle condizioni di procedibilità” hanno commentato, sostenendo che l’innocenza di Chiara Ferragni verrà quindi acclarata in giudizio.
Anche la stessa imprenditrice digitale ha voluto parlare, sottolineando che credeva che non sarebbe stato necessario un processo, per dimostrare la sua totale innocenza. “Dovrò purtroppo convivere ancora del tempo con questa accusa, che ritengo profondamente ingiusta, ma sono pronta a lottare con ancora maggiore determinazione per far emergere la mia assoluta innocenza”, conclude.
Le prossime tappe del processo
L’inchiesta, che ruota fondamentalmente sulle strategie di marketing scelte per la promozione del pandoro Balocco e delle uova di Pasqua Dolci Preziosi, è destinata quindi a proseguire: a settembre si terrà un’udienza durante la quale verrà specificato il ruolo di Chiara Ferragni nell’intera vicenda.
Con lei, sono indagati anche l’ex braccio destro dell’imprenditrice Fabio Damato, la manager Alessandra Balocco e l’imprenditore Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID.