Cartelle esattoriali addio, il Fisco ufficializza il condono: ne sta cestinando a migliaia | Controlla prima di pagare
Controllate prima di pagare le cartelle esattoriali, in quanto il Fisco ha ufficializzato il condono. Ecco quando potrete dirgli addio.
Per cercare di vivere il meglio possibile, bisognerebbe non accumulare mai debiti se poi non si riescono a pagare. Spesso, per ovvi motivi, sia intenzionali che purtroppo improvvisi e inaspettati, come per esempio la perdita del lavoro, ci si trova a non riuscire più a saldare le tasse.
In questo caso, l’Agenzia delle Entrate, inizia a mandare delle comunicazioni di avviso, le quali però si trasformano in pignoramento, nei casi più gravi, qualora neanche la rateizzazione dovesse venire presa in considerazione dal debitore.
Eppure, non tutti lo sanno, che in alcuni casi, il Fisco può ufficializzare il condono delle cartelle esattoriali. Controllate prima di pagarle dunque, perché potreste dirgli addio senza neanche saperlo.
Quando subentra il pignoramento
Come dicevamo, qualora abbiate debiti insoluti di qualunque natura, l’Agenzia delle Entrate, vi manderà una notifica di pagamento, consentendo anche il pagamento a rate. Qualora non ottenesse risposta, vi inoltrerà una cartella esattoriale dove vi intimerà di pagare o comunque opporvi entro 60 giorni, per trovare una soluzione.
Qualora voi non facciate nulla, dopo questo periodo, la cartella sarà definitiva, anche se magari poteva essere considerata illegittima. Da questo momento dunque, l’Agente della Riscossione, procede con l’esecuzione forzata. Qui, prima di partire con il pignoramento dei beni per rientrare del debito, L’Agenzia Entrate Riscossione, può procedere con il fermo amministrativo del veicolo, tranne in alcuni casi, come per esempio se l’auto è stata acquistata con le facilitazioni previste dalla legge 104.
Quando dire addio alle cartelle esattoriali
Veramente il Fisco ha ufficializzato il condono per le cartelle esattoriali, non richiedendone più il pagamento? Ebbene, come riportano da brocardi.it, quando il debitore non ha proprietà e viene considerato nullatenente o comunque ha beni non pignorabili, come per esempio l’abitazione principale, l’assegno di disoccupazione e così via, dopo un certo periodo, le cartelle vanno in prescrizione.
Parliamo di 10 anni per le imposte quali Irpef, Ires, Iva, ecc.; 5 anni per i tributi locali come Tari e Imu e 3 anni per il bollo auto. Ricordatevi che i debiti non pagati vengono trasferiti agli eredi, i quali non devono accettare l’eredità se non vogliono dover pensare anche ai debiti dei parenti. Ci sono diverse clausole da tenere in considerazione quando si parla di tasse, Fisco e debiti non pagati, per questo fareste meglio a farvi sempre seguire da un legale o comunque da un esperto del settore.