Stipendi, quest’anno ti riempiono di soldi: il TAR ha deciso | Nuove buste paga più gonfie del 20%

Denaro in più nelle tue mani (pexels) democratico.it
Altra novità sugli stipendi: finalmente il TAR ha deciso di darti i soldi che ti meriti. Le buste paga non sono mai state così.
Quando si parla di stipendi e buste paga, la differenza tra lavoro pubblico e privato salta subito all’occhio. Nel pubblico, lo stipendio è spesso più stabile, con aumenti legati a scatti di anzianità e contratti collettivi. Tuttavia, la crescita salariale è lenta e poco legata ai risultati individuali.
Nel privato, invece, lo stipendio può variare molto di più: c’è la possibilità di ottenere bonus, premi di produzione e aumenti più rapidi, ma con meno sicurezza a lungo termine. Inoltre, nel pubblico si gode di maggiori tutele, come ferie garantite e orari più flessibili, mentre nel privato la flessibilità può trasformarsi in precarietà.
A livello di busta paga, nel pubblico le voci sono spesso più dettagliate e trasparenti, mentre nel privato possono variare in base alle politiche aziendali. Insomma, entrambi i settori hanno pro e contro, ma la stabilità del pubblico è spesso compensata da opportunità di crescita più rapide nel privato.
Come si può risparmiare?
Nella precarietà dilagante, tuttavia, ci sono metodi semplici per mettere da parte qualcosa. Primo, monitorare le spese: sapere dove vanno i soldi aiuta a capire dove tagliare. Secondo, stabilire un budget mensile e cercare di rispettarlo il più possibile. Anche piccole somme risparmiate possono fare la differenza nel lungo periodo.
Un altro trucco è automatizzare i risparmi, trasferendo una parte dello stipendio su un conto separato subito dopo averlo ricevuto. Infine, fare attenzione alle spese superflue: piccoli lussi quotidiani possono sommarsi velocemente, erodendo il budget senza che ce ne accorgiamo. Risparmiare richiede disciplina.

Le novità del TAR
Una buona notizia arriva dal TAR del Friuli-Venezia Giulia, che con la sentenza 19 del 2025 ha stabilito un incremento del 20% dello stipendio in busta paga per alcuni lavoratori pubblici. Il caso riguarda la monetizzazione delle ferie non godute, in particolare per un militare in congedo della Guardia di Finanza. La normativa italiana prevede che le ferie debbano essere godute entro certi termini, ma la sentenza ha riconosciuto che, se il lavoratore non ha potuto usufruirne per cause non imputabili a lui, ha diritto a un indennizzo.
Il TAR ha richiamato la direttiva europea di riferimento, che tutela il diritto alle ferie come fondamentale per il benessere del lavoratore. Se il datore di lavoro non garantisce la possibilità di fruire delle ferie, è obbligato a compensarle economicamente. Di conseguenza, i dipendenti pubblici che si trovano in situazioni simili potrebbero vedere un aumento delle loro buste paga. Il Ministero e le amministrazioni pubbliche dovranno vigilare più attentamente sulla gestione delle ferie per evitare futuri contenziosi. La notizia è stata diffusa da Brocardi.it.