“Non ti piegare, mi istighi”: professore condannato per violenze e molestie sessuali. La denuncia delle studentesse
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"Non ti piegare, mi istighi": professore condannato per violenze e molestie sessuali. La denuncia delle studentesse (ildemocratico.com / pexels)
Professore di Torino condannato ad un anno di carcere: cosa faceva alle sue alunne
La scuola dovrebbe essere un ambiente sicuro e protetto per tutti, all’interno del quale i ragazzi e le ragazze possano esprimersi con libertà e, sempre nel pieno rispetto delle regole del buon vivere civile, possano anche dare libero sfogo alla propria personalità, che negli anni dell’adolescenza è in formazione.
Non è questo, però, ciò che è stato offerto agli studenti di una scuola superiore di Torino, vittime di un docente che nella giornata del 13 febbraio è stato condannato dalla corte d’Appello ad un anno di carcere per molestie e violenze sessuali nei confronti delle studentesse che aveva in classe.
Gli episodi sono andati avanti fino al 2021 ed hanno coinvolto otto ragazze, tutte di età compresa tra i 17 e i 18 anni: quando, tutte insieme, hanno deciso di denunciarlo è esploso il caso.
Molestie fisiche e verbali: condannato un docente di Torino
Sono stati molti, nel corso del tempo, i comportamenti violenti che il docente avrebbe messo in atto nei confronti delle sue studentesse. Tante le frasi offensive o sessualmente esplicite: “Perché sei lesbica? Sei sprecata” avrebbe detto ad un’alunna dichiaratamente omosessuale, chiedendo ad un’altra ancora di non piegarsi a raccogliere qualcosa da terra perché se no quel suo movimento l’avrebbe “istigato“. Dalle parole, però, il docente sarebbe presto passato ai fatti: ad un’alunna avrebbe messo una matita nel sedere, mentre a un’altra avrebbe sfiorato deliberatamente l’ombelico. Secondo la denuncia sporta dalle studentesse, tutti questi comportamenti si sarebbero tenuti durante le regolari lezioni in classe.
In primo grado, il tribunale aveva considerato tutti questi comportamenti come molestie sessuali ma in sede d’appello la corte ne ha configurato alcuni come delle vere e proprie violenze: nel caso in cui la cassazione confermi la condanna, allora al docente sarà per sempre interdetta ogni attività con i minorenni.
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La difesa del docente
Il docente, dal canto suo, si è difeso da ogni accusa sostenendo che le sue condotte sono sempre state mosse dalla buona fede e che il suo linguaggio, così come i suoi comportamenti, volevano spingere le studentesse a vestirsi in modo più consono per la scuola. Assistito dai legali Francesco Crimi e Laura Piera Cavallo, dovrà ora attendere il terzo ed ultimo grado di giudizio. A guidare l’inchiesta è stata la pubblico ministero Delia Boschetto, mentre la difesa delle studentesse è in mano a Simona Crosetto, Alessandro Bellina e Francesca Violante.