“Abbiamo rapito tuo figlio”, poi ti chiedono migliaia di euro: occhi aperti, è la nuova truffa
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"Abbiamo rapito tuo figlio", poi ti chiedono migliaia di euro: occhi aperti, è la nuova truffa (ildemocratico.com / pexels)
Allarme nuova truffa, fanno leva sull’amore per tuo figlio: stai molto attento
Oggi come oggi, anche per via del moltiplicarsi dei dispositivi tecnologici e quindi delle possibilità di entrare in contatto con persone sconosciute, sono tragicamente aumentate anche le truffe. Se, fino a qualche decina d’anni fa, per truffare qualcuno era necessario riuscire a raggirarlo durante un incontro faccia a faccia, per esempio durante una vendita porta a porta o mediante una falsa visita a casa dell’operatore del gas, oggi invece basta un messaggio Whatsapp, un’e-mail o una telefonata per spillare soldi alle inconsapevoli vittime.
In queste ore, si sta diffondendo una nuova truffa drammatica, che sfrutta l’amore che i genitori hanno per i propri figli e che, sulla base di questo istinto naturale, cerca di spillare loro dei soldi. Ecco come funziona: conoscere il meccanismo è fondamentale per tutelarsi.
Rapimento o truffa? Attenzione ai malintenzionati
In queste ultime ore, in Italia le autorità stanno segnalando sempre più denunce in relazione ad un nuovo tipo di truffa, che simula il rapimento dei figli e che quindi chiede un riscatto agli inconsapevoli genitori che, presi dal panico, possono anche cadere nella trappola e versare la somma richiesta. Tutto inizia con una telefonata Whatsapp da un numero anonimo nella quale i “rapitori” avvisano i genitori di avere tra le mani il figlio o la figlia e di volere 4mila euro per la sua liberazione. La richiesta non è milionaria e, proprio per questo motivo, favorisce la possibilità di cadere nella trappola: presi dal pensiero del figlio rapito, infatti, i genitori possono eseguire la transazione senza pensarci troppo.
In questo caso, la possibilità che la truffa funzioni dipende ovviamente dalla posizione del figlio: se, ad esempio, questi è in casa insieme al genitore quando arriva la telefonata, è chiaro che la persona che la riceve capisce subito che si tratta di una fregatura.
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Come difendersi dalla truffa
Se, però, il figlio non è in casa e è ad esempio in giardino, all’oratorio o a casa di un amico a giocare, allora può succedere che il genitore, preso dal panico che possa essergli successo qualcosa nel tragitto o mentre era distratto, cada nella truffa. In questo caso, ciò che si deve fare è rivolgersi subito alla polizia, così come utilizzare il telefono di un’altra persona presente in casa o dove ci si trova per sincerarsi delle condizioni di proprio figlio qualora lo si abbia affidato ad un’altra persona come un amico, un parente o un educatore.