Contributo Tari annullato (Fonte: Canva) - www.ildemocratico.com
Come mai questi cittadini si sono visti il contributo Tari annullato, non dovendo più pagare neanche un euro? Si parla di “bonus zero”.
La Tari, acronimo di Tassa sui Rifiuti, è l’imposta da pagare per la gestione dei rifiuti in Italia. Ha subito diverse modifiche nel corso degli anni e diversi nomi, ma a oggi rimane comunque la tassa obbligatoria da versare per qualunque proprietario di locali (fissati sul terreno e chiuse almeno su tre lati) e aree scoperte che forniscono rifiuti urbani e assimilati.
Questa tassa è obbligatoria sia per i proprietari dell’immobile che per gli affittuari che possiedono un contratto di locazione superiore ai 6 mesi. Sono escluse da questa tassa le aree condominiali comuni e scoperte pertinenziali o accessorie ad abitazioni private. I cittadini non devono effettuare nessun calcolo per sapere quanto versare, visto che è il Comune a calcolarne l’importo e inoltrare agli abitanti quanto dovuto.
Eppure, in questa circostanza, i cittadini si sono visti il contributo Tari annullato a favore di quello che è stato definito come “bonus zero”, dove non hanno dovuto versare neanche un euro.
Prima di rivelarvi il discorso del “bonus zero” di cui vi parleremo a breve, sappiate che c’è un particolare caso per cui potrete richiedere il rimborso al vostro Comune di appartenenza, in quanto è successo che alcuni di essi abbiano applicato erroneamente l’IVA alla Tari.
Questa procedura è stata considerata illegittima, motivo per cui potrete chiedere il rimborso soltanto se siete privati cittadini, se il pagamento è avvenuto entro dieci anni e se potete presentare le ricevute con l’importo versato. In questo caso quindi, potete fare domanda di rimborso all’Ufficio Tributi comunale o alle associazioni dei consumatori, compilando l’apposito modulo, allegando i vari documenti richiesti.
Molti l’hanno definito come “bonus zero”, data la possibilità del cittadino di non pagare neanche un euro grazie al contributo Tari annullato. Ebbene, questa situazione si verifica nel momento in cui il pagamento della Tari va in prescrizione. Questo avviene dopo 5 anni, scaduto il termine, il Comune non potrà più richiedervi nessun pagamento.
Il conto alla rovescia parte esattamente dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello di riferimento della tassa. Se ricevete quindi il sollecito da pagare dopo tale periodo, potrete opporvi legalmente, tra l’altro il termine dei 5 anni per la prescrizione, vale per tutti i tributi locali da dover pagare. In questo contesto dunque, fareste meglio a farvi seguire da un legale.
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