Viterbo, la costringono ad indossare il burqa e la prendono a bastonate: in manette la mamma e il patrigno

Viterbo, la costringono ad indossare il burqa e la prendono a bastonate: in manette la mamma e il patrigno (ildemocratico.com / pexels)
La costringono al burqa, la bastonano e non solo: lei li denuncia. Due arresti a Viterbo
Aveva solo 14 anni la ragazza di Viterbo quando, raccogliendo tutto il coraggio che aveva nel corpo, è andata dai Carabinieri a denunciare la sua stessa madre ed il patrigno. Era il 13 giugno 2020 e, dopo anni di violenze e di maltrattamenti, aveva trovato la forza di chiamare di nascosto le autorità per chiedere loro aiuto: “Non ce la faccio più“, avrebbe detto.
Quando gli agenti sono arrivati a casa sua l’hanno trovata da sola, vestita con un turbante nero ed un abito lungo tipico della religione musulmana. Ai Carabinieri, l’allora 14enne ha raccontato di essere costretta dalla madre e dal patrigno ad indossare il burqa e di subire costantemente percosse anche molto violente. Ecco le sue parole e la sentenza dei giudici del tribunale di Viterbo.
La denuncia: il burqa imposto e le bastonate violente
Oltre a costringerla ad indossare il burqa contro la sua volontà, sua madre e suo patrigno secondo le accuse da lei mosse in quel lontano 2020 l’avrebbero anche percossa sistematicamente con un bastone lungo 66 centimetri. Ma non solo: tanti i divieti imposti e altrettante le conseguenze pesanti e brutali, nel caso in cui non li avesse rispettati ad uno ad uno. La ragazza, quindi, quel 13 giugno non ce l’ha più fatta: utilizzando il cellulare della madre, di nascosto, è riuscita ad inviare una nota audio Whatsapp ad un maresciallo del nucleo investigativo.
Con la voce tremula e impaurita, interrotta dai singhiozzi del pianto, ha confessato lui di essere stata violentemente picchiata dalla madre perché non riusciva a ripetere un verso del Corano. “Non si fermava. Ho paura e non ce la faccio più“, ha aggiunto. Dopo le sue accuse, quindi, si è formalmente aperto il processo.

La condanna a due anni
Un’amica della 14enne, che è stata ascoltata in Tribunale come persona informata sui fatti, ha confermato il difficile clima famigliare all’interno del quale viveva la ragazza, aggiungendo che la madre e il patrigno della sua amica non la lasciavano uscire con le sue coetanee. La testimone, inoltre, ha aggiunto che spesso ha visto addosso all’amica dei lividi e che, in alcuni contesti, la vittima le avrebbe confessato che mamma e patrigno avrebbero usato violenza anche contro le sue sorelle.
La pm Aurora Mariotti, quindi, in primo grado ha chiesto una condanna a 3 anni sia per madre che per patrigno; la condanna finale, però, si è attestata sui 2 ani per entrambi. La ragazza, però, non si è costituita parte civile e, dopo essere stata trasferita in una casa famiglia della provincia nei giorni immediatamente seguenti alla denuncia, ora è tornata a casa della madre.