Ginnastica ritmica e artistica, atlete spogliate e chiuse in uno sgabuzzino per punizione: cosa emerge dalle intercettazioni

Ginnastica ritmica e artistica, atlete spogliate e chiuse in uno sgabuzzino per punizione: cosa emerge dalle intercettazioni (ildemocratico.com / pexels)
Presunti maltrattamenti sulle atlete di ginnastica: cosa è emerso dalle intercettazioni
Qualche giorno fa, l’ex allenatrice della nazionale italiana di ginnastica ritmica Emanuela Maccarani è finita di nuovo al centro delle accuse di abusi psicologici nei confronti di due ex atlete, Nina Corradini ed Ana Basta. Dopo le denunce, esposte nel 2022, la gip del Tribunale di Monza Angela Colella ha disposto l’imputazione coatta e, di fatto, non ha archiviato il caso.
Questo ha permesso agli inquirenti di riprendere le attività di indagine in merito ai presunti abusi sulle atlete e sulle ex atlete di cui da tempo si parla e, a tal proposito, in un colloquio telefonico riportato dal Corriere della Sera sono emersi altri dettagli scioccanti.
In una telefonata, infatti, la coach Olga Tishina avrebbe spiegato alla collega Nesvetova le pratiche che sarebbero state adoperate da Julia Cantaluppi, allora allenatrice di alcune atlete della ritmica italiana tra cui Sofia Raffaeli, bronzo alle Olimpiadi di Parigi 2024. Ecco cosa emerge dalle intercettazioni.
Spogliate e chiuse in uno stanzino al freddo: novità nel caso degli abusi nella ginnastica
“Quando non riuscivano a fare il lancio, dovevano togliersi una parte dei vestiti… quando le chiudeva in uno stanzino piccolo, freddo, senza telefoni, senza nulla, perché si allenavano male, lei le metteva in punizione, stavano sedute per terra…” si sentirebbe dire, nella chiamata intercettata tra Olga Tishina e la Nesvetova, in merito al comportamento di Julia Cantaluppi con le sue atlete. A disporre queste intercettazioni la Procura di Monza, che ha in mano tutto il caso.
La telefonata di cui sopra sarebbe stata svolta il 27 novembre e, secondo quanto riferisce Tishina, Cantaluppi avrebbe messo in atto “veri e propri maltrattamenti” nei confronti delle atlete allenate nella palestra di Fabriano. La Tishina, però, non cita le sue fonti e, in ogni caso, al momento tutte le sue dichiarazioni vanno ancora verificate.

I vertici della Federazione sapevano tutto?
Dai colloqui intercettati emerge che la Federazione sarebbe stata pienamente a conoscenza dei maltrattamenti messi in atto dalle coach nei confronti delle atlete, violenze quasi all’ordine del giorno. A parlarne è Gherardo Tecchi, ex presidente federale, in una conversazione con un dirigente federale brianzolo: nella chiamata, definisce quel sistema “condannabile“, poiché “nessuno lo condivide“.
Tecchi, però, aggiunge anche: “Oggi Vanessa Ferrari è quella che è, Carlotta Ferlito è quello che è. La Vanessa Ferrari comunque ha fatto parte di un sistema del c…. perché, diciamocelo apertamente, una volta io ho visto Enrico prendere a sberle a Milano la Bergamelli per cui beh!“.