“Se sei malato, non ti pago lo stipendio”: approvato il DECRETO-DIPENDENTI I Mazzata terribile, se vai in malattia prendi meno in busta paga

“Se sei malato, non ti pago lo stipendio”: approvato il DECRETO-DIPENDENTI I Mazzata terribile, se vai in malattia prendi meno in busta paga

Strumenti medici (Pixabay) - ildemocratico.it

Strumenti medici
Strumenti medici (Pixabay) – ildemocratico.it

Ci sono delle situazioni in cui il datore di lavoro può non pagare la malattia. Ma ecco quali sono. Ed ecco cosa può fare il lavoratore.

Negli ultimi giorni sta circolando una notizia che ha mandato in crisi tantissimi lavoratori: se ti ammali non vieni pagato.

Tuttavia si tratta di una falsa voce, sebbene ci sia in realtà un filo di verità. Ci sono infatti delle situazioni in cui il datore di lavoro può togliere il lavoro al dipendente che si ammala.

Ciò nonostante non c’è una vera “legge dipendenti”, ma delle precise circostanze in cui il lavoratore può perdere il lavoro durante un’assenza per malattia.

C’è infatti un tempo limiti in cui si può rimanere a casa mantenendo comunque il diritto al lavoro. Se però tale limite viene superato, allora il datore di lavoro può licenziare il lavoratore.

Delle circostanze secondo le quali un lavoratore può perdere il lavoro per malattia

Normalmente il lavoratore può assentarsi da lavoro per malattia per 180 giorni l’anno, senza che ci siano delle conseguenze sul proprio rapporto di lavoro. Ci sono però dei casi in cui il lavoratore non prende lo stipendio se è in malattia.

Per esempio nei primi tre giorni di malattia, molti lavoratori nel settore privato non ricevono nessuna indennità dall’INPS. Si rischia poi di perdere l’indennità se il certificato medico non viene inviato in modo corretto o se non viene rispettata la reperibilità nei controlli INPS. Ma ecco come ci si può tutelare.

INPS
INPS (Facebook) – ildemocratico.it

Dei modi per potersi tutelare

Nonostante ciò ci sono dei modi in cui il lavoratore si può tutelare. Può avere l’indennità di malattia INPS, che spetta al lavoratore a partire dal quarto giorno di assenza.

Alcuni contratti prevedono poi l’integrazione economica da parte dell’azienda già dal primo giorno. Chi ha poi paura di superare i 180 giorni, può parlare con il medico e il datore di lavoro dei percorsi di tutela alternativi, come la richiesta di aspettativa non retribuita o di part time terapeutico. In ogni caso, sono tante le possibilità di tutelarsi.