“Vado in ferie e pranzo coi buoni pasto”: La Cassazione è perentoria, ribaltone totale per le aziende e i dipendenti

Mensa (Pixabay) - ildemocratico.it

Un nuovo ordinamento della Cassazione ha ribaltato le certezze dei lavoratori sui buoni pasto. Ecco cosa cambia.
I buoni pasto sono un beneficio che consente ai lavoratori di avere degli sconti per consumare un pasto.
Un’agevolazione che però finora era stato possibile sfruttare esclusivamente nei giorni in cui si va al lavoro. Appunto finora.
Con l’ordinanza del 27 settembre 2024, la Cassazione ha cambiato quelle che si potevano definire delle certezze in fatto di buoni pasto.
Da adesso infatti cambia tutto e i buoni pasto diventano un’agevolazione da poter sfruttare anche fuori dal lavoro.
Non solo un’agevolazione da sfruttare sul lavoro, ma molto di più
Si potrebbe dire che con questa sentenza la Cassazione ha cambiato per sempre il modo di vedere i buoni pasto, che finora sono sempre stati visti come dei sostituti alla mensa aziendale.
Finora infatti erano stati utilizzati in questo modo ed erano infatti stati concessi esclusivamente nei giorni lavorativi. Adesso però la situazione cambia. Tuttavia i datori di lavoro possono escluderli nei casi di congedi parentali, permessi non retribuiti e assenze prolungate per malattia.

Un vantaggio di cui beneficiare sempre, anche sotto l’ombrellone
Con l’ordinanza della Cassazione, il buono pasto non viene quindi più visto solamente come un’agevolazione da poter sfruttare nelle giornate lavorative, ma diventa parte della retribuzione, del pagamento.
In base a quanto stabilisce la Corte di Giustizia Europea e riporta “Crypto.it”, “i lavoratori non devono essere penalizzati economicamente quando si prendono i giorni di riposo. Una retribuzione inferiore durante le ferie potrebbe infatti disincentivare il loro utilizzo, compromettendo benessere e sicurezza.” Per questa ragione la Cassazione con questa sentenza ha voluto chiarire l’entità del buono pasto. Essendo un’agevolazione che fa parte della retribuzione, è giusto che venga consumato anche lontano dai giorni lavorativi. Ora ai datori di lavoro, non possono che quindi adeguarsi a queste nuove disposizioni e concedere i buoni pasto anche se i dipendenti sono in vacanza.