Taranto, a un anno dalla morte per cancro gli telefonano per l’intervento: l’odissea di un operaio ex Ilva, raccontata dalla moglie

Taranto, a un anno dalla morte per cancro gli telefonano per l’intervento: l’odissea di un operaio ex Ilva, raccontata dalla moglie

Taranto, a un anno dalla morte per cancro gli telefonano per l'intervento: l'odissea di un operaio ex Ilva, raccontata dalla moglie (ildemocratico.com / pexels)

Muore per cancro nel 2024, ma l’ospedale lo convoca per l’intervento nel 2025

A parlare di questa storia tragica e drammatica è Cristina, una donna di Taranto di 35 anni e madre di due figli che, nonostante la giovane età, l’anno scorso si è trovata a dover affrontare un lutto inatteso e doloroso, quello del marito Antonio, spirato per cancro a soli 45 anni.

Operaio dell’ex Ilva, nel 2023 Antonio ha iniziato ad avvertire alcuni dolori allo stomaco, presto sottoposti all’attenzione del suo medico. Un’iniziale sottovalutazione dei sintomi da parte dei professionisti sanitari, però, ha portato ad un ritardo nella diagnosi e, tra ritardi ed errori, Antonio è mancato a febbraio 2024, lasciando nel dolore la famiglia e tutti gli amici.

Oltre alla danno di quanto accaduto tra i primi sintomi e la scomparsa, però, si aggiunge la beffa di quanto sta succedendo proprio in questi giorni: a più di un anno dalla morte di Antonio, sua moglie Cristina ha ricevuto una telefonata per programmare un intervento per lui, spirato da più di un anno.

Dai sintomi alla diagnosi di cancro: ritardi ed errori

Quando Antonio ha presentato al suo medico di fiducia i suoi sintomi, quest’ultimo senza visitarlo gli ha prescritto alcuni fermenti lattici. I medicinali, però, non hanno fatto altro che peggiorare la situazione: silenziando i sintomi, infatti, hanno ritardato la diagnosi. A marzo 2023, dopo mesi di dolori, Antonio si sottopone ad un’ecografia addominale e poi ad una TAC con contrasto presso una struttura di Taranto, in regime di intramoenia. Già qui si capisce che si tratta di qualcosa di grave ma il medico, senza dargli troppe spiegazioni, gli suggerisce di rivolgersi ad un ematologo di Taranto.

La sera stessa, quindi, Antonio e la moglie si rivolgono ad un ematologo privato che, però, segnala di non poter fare niente: la diagnosi effettuata in ospedale non è completa. I due, quindi, si rivolgono ad un radiologo interventistico per eseguire una biopsia ma, anch’egli, segnala di non poter fare niente senza l’intervento di un chirurgo. A quel punto, marito e moglie si rivolgono ad un medico di Taranto, l’unico che non chiede loro soldi, e finalmente scoprono la tragica sentenza.

Paziente malato in ospedale
Dai sintomi alla diagnosi di cancro: ritardi ed errori (ildemocratico.com / pexels)

La beffa ulteriore: la chiamata dall’ospedale

Oltre al danno di tutte queste visite, pagate profumatamente e spesso inutili ai fini diagnostici, nelle scorse ore Cristina ha ricevuto un ulteriore schiaffo in faccia. Dall’ospedale, infatti, l’hanno chiamata per avvisarla che l’intervento di suo marito poteva essere effettuato: peccato, però, che questa operazione andava svolta nel 2023, cioè due anni fa e un anno prima della morte dell’uomo. Cristina, quindi, al telefono dice all’operatore che a suo marito quell’intervento non serve più e, di fronte alla sua frase “Signora quindi ha risolto, meglio così“, Cristina ha risposto rivelando che suo marito è morto un anno fa.