“Sei in malattia? Ridammi 100 euro al giorno”: RIFORMA CONTRATTO DI LAVORO, clamoroso, se ti ammali perdi lo stipendio

Caos malattia (Fonte: Canva) - www.ildemocratico.com
Cosa vuol dire che se siete in malattia, dovrete ridare indietro dei soldi in base alla Riforma Contratto di Lavoro? Facciamo chiarezza.
Ogni lavoratore ha diritto alla malattia, qualora dovesse assentarsi dal luogo lavorativo per problemi di salute, più o meno gravi. Si passa infatti dalla comune influenza a malattie più gravi o ricoveri ospedalieri in generale.
In passato, ammalarsi era una notizia preoccupante per il lavoratore, visto che il datore di lavoro usava questo come pretesta per licenziarlo in tronco. Fortunatamente, dopo tante proteste, si è arrivati a ottenere i privilegi che abbiamo oggi.
Eppure, quella comunicazione in merito al fatto che il lavoratore dovrà ridare indietro anche 100 euro al giorno se in malattia, in base alla Riforma Contratto di Lavoro, sta facendo andare in panico molti utenti. Per questo abbiamo pensato di fare chiarezza in merito.
Come funziona la malattia in Italia
Procediamo dunque per gradi, facendo una panoramica generica sull’indennità di malattia. Dunque, questa agevolazione si riferisce a quella prestazione economica erogata direttamente dall’INPS a tutti quei lavoratori che a causa di malattie varie, non possono svolgere la loro attività lavorativa in maniera temporanea. Per quanto riguarda l’indennità corrisposta, per i dipendenti questa cifra è pari al 50% della retribuzione media giornaliera dal quarto al ventesimo giorno e al 66,66% dal ventunesimo in poi. Il limite della malattia consentita per ogni lavoratore prima di perdere il lavoro, è regolata direttamente dal proprio contratto collettivo nazionale.
Per i primi tre giorni di malattia invece, a pagare sarà direttamente il datore di lavoro al 100% della vostra retribuzione. Come funziona dunque? Ebbene, una volta ottenuto il consenso da parte del medico curante, quest’ultimo deciderà i giorni di stop obbligatorio dal lavoro, rilasciandovi un numero di protocollo che dovrete comunicare in maniera celere al vostro responsabile. Nei giorni previsti di malattia, dovrete rispettare degli orari: dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, per i quali dovrete essere presenti a casa, in caso di controllo fiscale da parte dell’ente previdenziale.

Quando bisogna ridare i soldi indietro
Dopo la spiegazione del paragrafo precedente, molti quindi si sono chiesti, per quale motivo alcuni lavoratori hanno dovuto restituire anche 100 euro al giorno in caso di malattia, riferendosi a quella che è stata definita come la Riforma Contratto di Lavoro? Ebbene, anche in questo caso bisogna fare chiarezza in merito alle informazioni che circolano sui social, spesso fuorvianti. Con la normativa attuale sui permessi per malattia dei figli, i lavoratori del settore privato non ricevono retribuzione durante l’assenza. Chi si assenta non solo non viene pagato, ma perde una quota di stipendio che equivale a una vera penalità giornaliera.
Ricordiamo però che fino al compimento dei tre anni di età del bambino, i genitori possono comunque assentarsi senza limiti temporali e invece dai 3 agli 8 anni dei figli, i genitori potranno richiedere fino a 5 giorni lavorativi durante l’anno. Anche se i lavoratori non ricevono una retribuzione in quei giorni, la legge gli garantisce comunque l’accumulo di contributi figurativi per l’intero periodo di assenza. Per avere questo però, il lavoratore dovrà trasmettere all’azienda l’apposito certificato medico trasmesso dal dottore di famiglia all’INPS, il quale poi lo inoltra al datore di lavoro.