“Non voglio il tasto Meta Ai su WhatsApp”: senti l’hacker 16enne, ecco cosa devi fare se non vuoi averlo tra i piedi

“Non voglio il tasto Meta Ai su WhatsApp”: senti l’hacker 16enne, ecco cosa devi fare se non vuoi averlo tra i piedi

Hacker (pexels) democratico.it

Incredibile ma vero: il nuovo tasto può essere rimosso e la soluzione arriva dal basso. Tutto quello che devi sapere è qui.

Non volano, non sparano ragnatele e non hanno raggi laser negli occhi. Ma sanno parlare con le macchine, leggere il linguaggio dei codici e aggirare i sistemi come se fosse un videogioco. Gli hacker, quelli veri, sono un po’ i supereroi del nostro tempo, solo che invece di salvare il mondo da un meteorite, lo salvano da bug, virus e falle nei sistemi.

Alcuni sono autodidatti, altri iniziano smanettando per curiosità e si ritrovano a 15 anni a decifrare algoritmi complessi come se fossero enigmi del professore de La casa di carta. Non a caso, film, serie tv e documentari si sono innamorati di queste figure: basti pensare a Mr. Robot, dove il protagonista combatte multinazionali con i codici.

Oppure ai classici tipo Matrix, dove il confine tra hacker e prescelto si fa sottilissimo. Ma dietro all’immagine un po’ mitologica, c’è una realtà fatta di talento puro, capacità logica, intuito e tanta pazienza. Gli hacker sono persone che vedono schemi dove gli altri vedono solo confusione, e per questo sono davvero speciali.

Cosa fa un hacker nella vita vera?

Nel mondo reale, un hacker può lavorare per aziende, governi o organizzazioni, aiutandole a proteggersi dagli attacchi informatici. Alcuni lo fanno per un fine reputato nobile, e questi sono i cosiddetti white hat, altri lo fanno per guadagno o ideologia, i black hat.

C’è poi chi agisce da indipendente, come i grey hat, che navigano la zona grigia tra legalità e sfida personale. Analizzano sistemi, trovano falle, cercano soluzioni. In sostanza: non dormono mai con la mente. Talvolta questa può essere una skill ambivalente. Tutto questo, però, si scontra rovinosamente con le intelligenze artificiali.

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Hacker da MrRobot (pexels) democratico.it

Meta ai su WhatsApp

Apri WhatsApp e sorpresa! Accanto alla lente di ricerca ora c’è una nuova icona: un simbolo colorato o la scritta Meta AI. Non è un errore: è il segno che l’intelligenza artificiale è entrata ufficialmente nelle nostre chat. Toccando l’icona si apre una conversazione con l’assistente virtuale di Meta, un chatbot avanzato che funziona in modo simile a ChatGPT. Puoi chiedergli info, scrivere testi, farti consigliare ricette o rispondere alle curiosità del momento.

Peccato che, per ora, non ci sia un modo vero e proprio per disattivarlo del tutto. Puoi ignorarlo, archiviare la chat se l’hai aperta per sbaglio e regolare dalle impostazioni la quantità di dati personali condivisi. Ma l’ai è lì. Questa mossa fa parte della strategia di Meta per rendere unificanti i social, assistenti e ricerca in un unico ecosistema digitale in grado di prevedere i nostri bisogni. La vera domanda, però, è: quanto controllo vogliamo davvero lasciare? Secondo l’hacker 16enne della Gazzettadelsud.it sarebbe meglio evitare.