Torino, uccise il padre con 34 coltellate: assolto. Le motivazioni della Corte d’Assise

Torino, uccise il padre con 34 coltellate: assolto. Le motivazioni della Corte d’Assise

Assolto Alex Cotoia, che uccise il padre con 34 coltellate (ildemocratico.com / pexels)

Prima assolto, poi condannato a 6 anni e infine assolto di nuovo. Il punto della situazione

Si era sentito molto parlare di questo caso di cronaca, quand’era successo. Complice anche il periodo, poiché l’Italia e il mondo intero erano in piena pandemia da Sars-CoV-2 e il nostro paese in particolare viveva il primo lockdown, il più duro di tutti, la vicenda del 18enne Alex Cotoia che, a Torino, aveva ucciso il padre con 34 coltellate aveva smosso le coscienze.

Tutto era successo nella casa di famiglia dove Alex Cotoia viveva con la madre, il padre Giuseppe Pompa e il fratello maggiore a Collegno, una cittadina in provincia del capoluogo piemontese. Al culmine dell’ennesima lite, che vedeva la donna subire sempre pesanti violenze psicologiche e fisiche da parte del marito, il figlio minorenne avrebbe impugnato l’arma e si sarebbe scagliato sul padre, come poi ha confessato lui stesso.

A chiamare i Carabinieri è stato lo stesso Alex Cotoia, che non ha mai negato quanto ha fatto ma ha sempre sottolineato di aver agito in difesa della madre, di sé stesso e del fratello, vittime da anni delle pesanti violenze perpetrate dall’uomo. Oggi l’assoluzione, dopo una condanna a 6 anni: cos’è successo.

L’iter processuale di Alex Cotoia per l’omicidio del padre

“Ho ucciso mio padre” avrebbe detto Alex al telefono con i Carabinieri, la sera stessa del brutale omicidio. Le 34 coltellate, sferrate con sei coltelli diversi, non hanno lasciato scampo a Giuseppe Pompa e all’arrivo dei soccorsi non si è potuto fare altro che constatare il decesso dell’uomo. Il giorno stesso dell’omicidio il 52enne aveva spiato la moglie a lavoro e, a casa, si era lasciato andare all’ennesima sfuriata perché aveva visto un collega di lei appoggiarle una mano sulla spalla. L’aveva quindi chiamata 101 volte al cellulare ma, poiché lei non aveva mai risposto, al suo rientro a casa l’aveva aggredita: “Sembrava indemoniato. Pensavamo che ci avrebbe ammazzato tutti” hanno detto a proposito di quella sera Alex e suo fratello.

Da lì a poco, quindi, l’omicidio, per il quale il pm Aghemo era stato “costretto” a chiedere 14 anni di carcere perché le norme per il codice rosso escludono la concessione di attenuanti a chi uccide un famigliare. Assolto in primo grado per legittima difesa, a dicembre 2023 in appello aveva visto cambiare il suo destino con una condanna  a 6 anni e 2 mesi: ora però si ribalta tutto.

coltello
Assolto Alex Cotoia, che uccise il padre con 34 coltellate (ildemocratico.com / pexels)

L’assoluzione della Corte d’Assise

Nelle scorse ore, però, la Corte d’Assise ha stabilito una nuova assoluzione per Alex Cotoia, che quindi vede decadere la pena di 6 anni e 2 mesi alla quale era stato condannato in appello, a dicembre 2023. “Alex ora deve essere lasciato in pace, non ha praticamente ancora vissuto” ha detto ai microfoni di LaPresse l’avvocato del ragazzo, Claudio Strata. La pubblica accusa, sempre secondo il legale, aveva “schierato l’artiglieria pesante“, ma nonostante ciò Alex ha ottenuto l’assoluzione.